Stiamo ragionando in termini di probabilità, non di certezze. E’ giusto dirlo perché qualcuno potrebbe confondere la mappa del “rischio temporali” con la collocazione esatta dell’instabilità. Il modello mostra un indice, rappresentato da una serie di colori in varie tonalità e dai corrispettivi valori (rappresentanti a loro volta la quantità di energia potenziale disponibile) disposti sulla scala colorimetrica a sinistra.
Diciamo che in Sardegna non avremo un rischio elevatissimo, paragonabile ad esempio con quel che avveniva 24 ore or sono in varie parti del Nord Italia, ma di certo laddove appaiono colorazioni tendenti al rosso (a ridosso delle coste sudoccidentali) potrebbero svilupparsi precipitazioni temporalesche anche vivaci. Valori decisamente inferiori, corrispondenti ad una probabilità quindi nettamente più bassa, coinvolgeranno le province centro settentrionali anche se c’è da dire che le tonalità sul giallo indicano come probabile lo sviluppo di grosse nubi torreggianti. Nelle interne meridionali, fin sulle coste del Sarrabus, potrebbero egualmente formarsi cumuli imponenti e non escludiamo qualche colpo di tuono in rapida evoluzione pomeridiana.