Il mese di maggio, almeno sino ad oggi, ha proposto due ingenti ondate di caldo. La prima, che ebbe luogo nella prima settimana di maggio, assunse connotati di eccezionalità. Sulla nostra Isola si superarono 40°C e alcune stazioni del cagliaritano demolirono i record mensili precedenti (Decimomannu, stante le rilevazioni ufficiali dell’Aeronautica Militare, sgretolò il valore pregresso risalente al 2008). La seconda, risalente alla scorsa settimana, fu egualmente eclatante ed anche in quel caso alcune aree insulari – il Sarrabus – videro i termometri schizzare su valori termici pienamente estivi.
La causa, è risaputo, è imputabile a due rapide incursioni anticicloniche africane. Fortunatamente le successive irruzioni fresche servirono a far sì che le temperature si riportassero in linea coi valori medi stagionali, ma è anche vero che appena il sole ha modo di splendere indisturbato registriamo rialzi a dir poco preoccupanti. Il bilancio termico da inizio mese ad oggi è evidentemente poco lusinghiero: l’anomalia termica positiva è spaventosa e i dati rilasciati dal NOAA lo testimoniano.
La mappa delle anomalie termiche europee non lascia dubbi: il surplus termico è sbalorditivo. L’intero bacino del Mediterraneo è colorato in rosso e le tonalità più accese si osservano tra la Penisola Iberica e il nostro Paese. In Italia abbiamo avuto temperature superiori anche di 5-6°C rispetto alla media trentennale di riferimento (1981-2010). In Sardegna, ed è quel che più interessa, scorgiamo anomalie di 3-4°C nelle aree orientali e di 1-2°C nelle restanti zone. Per avere valori termici inferiori alla media dobbiamo procedere in direzione nord, verso l’Europa settentrionale: qui la costante attività ciclonica oceanica ha prodotto condizioni climatiche ben più fresche, addirittura in alcuni casi (vedi Scandinavia) non sono mancati rigurgiti invernali sorprendenti.